La terza tappa del nostro viaggio in Islanda prevede di visitare la zona sud con le famose spiagge nere e il faro di Dyrhólaey, fino ad arrivare a Jökulsárlón la famosa laguna di iceberg.
Dopo aver visitato il primo giorno il Circolo d’oro la cascata di Seljalandsfoss e di Skogafoss proseguiamo il nostro giro dell’Islanda continuando a percorrere la Ring Road in senso antiorario.
Il terzo giorno inizia molto presto, dobbiamo vedere tantissime cose e i chilometri da fare sono tanti. È importante segnalare che tra Vik e Höfn non esiste praticamente nessun paese dove pernottare, quindi una tappa così lunga è purtroppo obbligata. Per avvicinarvi però, a differenza nostra, potreste pernottare a Vik.
Prima di partire torniamo a Skogafoss per approfittare dell’ora e scattare delle foto senza turisti. Se potete fatelo anche voi, si respira una pace difficilmente descrivibile!

Oggi purtroppo ci fa compagnia la pioggia e un vento fortissimo. Controlliamo il sito Safetravel.is e scopriamo la presenza di un avviso per venti forti fino a 100 k/h lungo la costa sud.
Prima tappa della nostra giornata Kirkjufjara Beach.
Avendo solo pochi giorni a disposizione è impossibile fare tutto. Saltiamo infatti a malincuore il famoso e super fotografato relitto dell’aereo US Navy sulla spiaggia di Sólheimasandur. Qui, nel 1973 un aereo della US Navy fu costretto ad un atterraggio di emergenza, l’equipaggio sopravvisse all’impatto e riuscì a mettersi in salvo, ma l’aereo venne abbandonato sul posto. Il relitto si trova in mezzo al nulla, raggiungerlo infatti richiede circa due ore di cammino o una ventina di minuti con una 4×4. che noi purtroppo non abbiamo.
Arriviamo a Kirkjufjara Beach, il vento è davvero fortissimo, in alcuni punti abbiamo la sensazione che ci butti a terra, la camminata in alcuni punti è davvero difficile. Davanti a noi però troviamo un paesaggio fantastico, spiaggia nera bagnata dal mare con un piccolo monolite nero che silenzioso osserva tanta bellezza.
Sopra le nostre teste decine e decine di puffins volano ad una velocità pazzesca tuffandosi in mare e pescando pesce. Fotografarli è quasi impossibile!

Qui trovate anche delle toilette ovviamente a pagamento. Decidiamo poi di salire sul promontorio di Dyrhólaey, la strada è indicata per una 4×4, ma non vedendola particolarmente difficoltosa, la percorriamo con estrema cautela. Raggiungiamo la cima abbastanza facilmente, qui, se possibile il vento è ancora più forte.
Dyrhólaey è un promontorio roccioso con un enorme arco in pietra, sotto di noi si estende una spiaggia nera lunghissima sferzata dall’oceano. Il vento forte ci fa desistere dal continuare fino alla punta del promontorio per fotografare l’arco, ci accontentiamo della lunghissima e bellissima spiaggia nera e torniamo alla nostra auto.

Arriviamo a Reynisfjara Beach sotto una fitta pioggia, qui ci sono decisamente molti più turisti rispetto alla precedente. Reynisfjara è una spiaggia nera orlata da delle scenografiche colonne basaltiche che ricordano l’organo di una chiesa e da due faraglioni in mezzo all’oceano. L’accesso alla spiaggia è contorniato di cartelli di pericolo che avvisano di non avvicinarsi all’oceano, onde anomale potrebbero risucchiati e ciao ciao… quindi fate attenzione!

Un the caldo al baracchino e siamo pronti per la prossima tappa: Fjaðrárgljúfur Canyon.
Passiamo Vik e continuiamo sulla Hringvegur, attraversando immensi ed infiniti campi di lava ricoperti di muschio, il paesaggio è spettacolare!

Poco prima però di arrivare, troviamo la strada chiusa con una deviazione obbligata che ci fa perdere quasi un’ora di tempo. Controlliamo immediatamente il sito Safetravel e scopriamo che la strada è chiusa per diversi chilometri a causa di un’inondazione del fiume Skaftá, causata dall’eruzione di un vulcano sotto la calotta glaciale. Causa di forza maggiore saltiamo quindi il Fjaðrárgljúfur Canyon.
Riprendiamo la Hringvegur e ci avviciniamo al Parco nazionale Skaftafell. Il paesaggio intorno a noi è meraviglioso, un’emozione unica e difficilmente descrivibile!

Purtroppo nella stesura di questo viaggio ho sottovalutato l’importanza della visita al Parco nazionale Skaftafell, con il senno di poi avrei aggiunto una notte in più per dedicare una giornata alla visita di questo parco e ad un’escursione vicino al ghiacciaio, quindi se potete segnatevi questo consiglio.
Lasciamo il parco alla nostra sinistra ma anche dalla strada il panorama è qualcosa di meraviglioso, lingue di ghiaccio che scendono dalle montagne frastagliate fino a raggiungere ampi delta sabbiosi.

Sulla strada che porta alla laguna Jökulsárlón vi consiglio di fare una piccola deviazione per Hof (attenzione non Höfn). Qui si trova una fantastica chiesetta con il tetto ricoperto di erba. Da non perdere!

Arriviamo in prossimità di Jökulsárlón e ce ne accorgiamo dalle punte degli Iceberg che intravediamo dalla strada. Che emozione! Nella laguna “fluttuano” tanti iceberg o meglio meravigliose sculture di ghiaccio, bianche, azzurre o striate di nero a cause delle ceneri delle eruzioni vulcaniche.

Gli iceberg si staccano da una diramazione del ghiacciaio Vatnajökull e piano piano si spostano verso l’oceano. Possono rimanere nella laguna fino a 5 anni, dopo di che imboccano il fiume che li conduce al mare. Qui alcuni sciogliendosi, lasciano sulla spiaggia nera dei bellissimi “diamanti” di ghiaccio, la spiaggia infatti viene chiamata Diamond Beach.
Per la visita della laguna abbiamo prenotato un tour di un’ora in gommone con Ice Lagoon Zodiac Boat Tours. Ci danno delle tutone calde ci caricano sopra un gommone e la guida ci porta su e giù per la laguna, avvicinandosi agli iceberg, spiegandoci e raccontandoci curiosità legate al posto. Un’esperienza fantastica!










Purtroppo la laguna, a causa del surriscaldamento terreste, ogni anno diventa sempre più ampia e il ghiacciaio arretra sempre di più. La guida infatti ci spiega che fino a 85 anni fa, la laguna non esisteva… questa cosa oltre a far riflettere mi spaventa davvero tantissimo.
Un’ora vola in fretta, tornati in abiti civili la fame si fa sentire più che mai. Purtroppo i baracchini di fish and chip all’interno del parcheggio hanno già chiuso, non ci resta che dirigerci verso Hofn dove dormiremo.
Prima però di raggiungere l’appartamento, passiamo dal porto e ci fermiamo a mangiare una baguette agli scampi e bere una birra da Hafnarbuðin. Si tratta di una minuscola tavola calda molto alla buona, ma ve la straconsiglio!

Per la nostra terza notte abbiamo infatti scelto l’Ártún Apartment appena fuori Höfn. Un’appartamento accogliente e dotato di tutti i comfort!
Per l’elenco e le recensioni delle guesthouse che ci hanno ospitato in questo meraviglioso viaggio, clicca qui.
Questa tappa è stata davvero intensa ma infinitamente bella. Domani ci sposteremo lungo i Fiordi Orientali.
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