Lasciata Husavik ci spostiamo verso ovest alla scoperta della cascata Godafoss, dei Fiordi del Nord e di Akureyri. Ecco il racconto della nostra sesta tappa.
Dopo avere lasciato Egilsstaðir, girato la zona del lago Myvatn e Husavik, la sesta tappa è stata una delle più brevi e un toccasana, dopo le tappe serrate dei giorni precedenti e grazie al sole che finalmente è tornato a farci compagnia.
Il sesto giorno prevede lo spostamento verso ovest con tappa per la notte ad Akureyri. Lungo il tragitto si trova Godafoss, la cascata degli Dei. Godafoss è proprio lungo la statale 1 ed è impossibile non vederla. Benché sia più piccola rispetto alle altre cascate è sicuramente una delle più belle: un anfiteatro di acqua azzurra! La cascata si può vedere da entrambi i lati, un comodo ponte infatti li collega.
Ci rimettiamo in auto verso il fiordo di Akureyri e qui finalmente ci aspetta un cielo azzurro e un caldo sole.
Gasati al massimo dalla giornata di sole passiamo per la città ma come dei razzi ci lanciamo verso nord. La strada corre lungo il fiordo, campi verdissimi a sinistra e il mare alla nostra destra: una medicina per il cuore.
Attraversiamo il grazioso villaggio di Dalvik e dopo un tunnel di 3 chilometri arriviamo a Ólafsfjörður, un paesino incastonato tra le ripide pendici delle montagne e il mare del fiordo. Qui vale la pena fare qualche foto, ma niente di più.

Decidiamo di spingerci fino a Siglufjörður, un altro tunnel e altri 20 minuti di auto ci portano in questo paesino ai piedi di un ripido precipizio che domina il bel fiordo omonimo. Siglufjörður In passato fu una delle cittadine più fiorenti d’Islanda, oggi è un luogo tranquillo e affascinante, in posizione splendida, con un fotogenico porticciolo e un museo che ne illustra la storia come principale centro della pesca all’aringa in Islanda.

Nel periodo di massima attività Siglufjörður ospitava ben 10.000 operai e il suo piccolo porto era sempre affollato di pescherecci che scaricavano il pesce appena pescato, che poi veniva ripulito e salato dalle donne. Quando alla fine degli anni ’60 le aringhe scomparvero dalle acque locali, l’economia di Siglufjörður cominciò a declinare e da allora non si è più ripresa. La recente apertura del tunnel che la collega con Olafsfjörður ha dato una nuova spinta alla cittadina
Torniamo a Akureyri. Akureyri è la seconda “città” dell’Islanda, ma non immaginatevi una metropoli: infatti conta poco più di 17.000 abitanti. Ci rilassiamo passeggiando per le sue vie, tra vivaci caffè e ristoranti: una bella differenza rispetto agli altri paesi nei quali ci siamo fermati!

Passeggiamo lungo la via del per poi proseguire lungo fiordo fino al porto, e qui scopriamo una cosa particolare: i semafori sono a forma di cuore! Degno di nota è il Rub23, il ristorante più famoso della città, dove potete cenare con abbondanti porzioni di sushi.
Akureyri è famosa anche per il suo giardino botanico, noi non amando il genere abbiamo evitato, ma ve lo segnalo comunque.
Per la notte abbiamo scelto Our Guesthouse, è praticamente in centro città: comoda e pulita come tutti i precedenti alloggi.
Come abitualmente facciamo ceniamo a casa, nonostante la città sia ricca di ristorantini.
Per l’elenco e le recensioni delle guesthouse che ci hanno ospitato in questo meraviglioso viaggio, clicca qui.
Domani ci spostiamo a sud verso Reykjavík.